Anche e soprattutto in riferimento al mio post precedente, mi domando come affrontassero l'acqua le persone che prima di me passeggiavano per Venezia.
Alcuni probabilmente avevano dei grandissimi stivaloni, ma credo che la maggior parte se ne stesse in casa, forse sotto le coperte, e pensasse: bon, no se laora mia. Che in Italiano sarebbe qualcosa tipo "bene, oggi non si lavora mica."
La parola "mica" è una di quelle parole che mi piacciono molto, anche per la sua intraducibilità. Chiusa parentesi.
Comunque, anche e soprattutto in riferimento al mio posto precedente, io non me lo vedo proprio Manzoni che scocciato si mette gli stivaloni e va a passeggio per Venezia con l'acqua alta.
Nella foto vedete la mia scarpa, sopra la passerella, sotto casa.
Ripenso a Gaia Zuffa, che per anni a Venezia ci ha abitato, e a Rebecca Stern, e alle sue foto.
4 commenti:
Mi hai fatto sognare
Dan, tu mi fai sognare!
Due giorni fa sono stata a Venezia, l'acqua sfiorava i marciapiedi, era appena rientrata nei ranghi :)
La tua città l'ho visitata due volte, l'altro giorno ero con un gruppo di amici e ho assaporato il freddo umido che è anche tipico della mia Sardegna, ma il fascino della Serenissima è totalmente unico.
Viuzze mignon e ponticelli che si affacciano su facciate illuminate da lanterne luminose che regalano al luogo un sapore antico.
E un negozio di cui mi sono innamorata, sul Ponte di Rialto...
Eh sì, anche le parti brutte di Venenzia, sono bellissime.
Posta un commento