lunedì 30 aprile 2012

Natale con Woody



Foto di Lizzy D.
Sono abbastanza di cattivo umore, ieri sera sono andato al cinema a vedere l’ultimo film di Woody Allen e quando sono uscito dalla sala ho rimpianto i miei 8,50 €. Non mi succedeva una cosa simile da 11.14 Destino fatale. Seriamente, per quanto mi avessero avvertito di abbassare di molto le aspettative, To Rome with love è, al momento, il peggior film di Woody Allen, persino peggiore di Hollywood Ending.

La trama del film alleniano è episodica (purtroppo), in bilico tra il suo umorismo surreale, psicologico e paradossale e il classico intreccio da commedia degli equivoci: un becchino che canta come un tenore, ma solo sotto la doccia, un famoso architetto che appare come il subsconsio di un giovane architetto americano, una prostituta che viene scambiata per la moglie dell’utilizzatore finale e un uomo qualunque che diventa una celebrità televisiva senza aver fatto niente.

Temi interessanti: l’amore, la paura della morte e la televisione, ma non ho intenzione di rivelare altro della trama, perché è forse l’unica cosa che si salva. Nemmeno la regia merita alcuna menzione, quanto alla sceneggiatura: sembra scritta da un imitatore di terzordine di Woody. Tuttavia credo che il problema principale di questo film sia il product placement meschino. Specifico subito che non sono contrario e, anzi, mi diverte osservare come i vari marchi trovino il modo di comparire nei film, ma est modus in rebus.

Gli americani lo fanno da anni e con buongusto. Avete presente Cast Away, il film di Zemeckis in cui Tom Hanks è un naufrago? Ecco, Wilson e Fed Ex spadroneggiano, ma con garbo. In To Rome with love, forse per colpa di Medusa, forse per colpa di una cecità di Allen, i prodotti italiani esplodono, occupando ogni metro di scenografia disponibile, tramutando il film in un gigantesco spot pubblicitario. La presenza d’acqua, birra, spumante, salumi, mutante, passata di pomodoro e caffè è proprio imbarazzante, spesso diegeticamente incoerente. Questo crea molto disagio nello sguardo dello spettatore.

L’eccesso di sponsorizzazione (seppur legittima) ha rovinato il film e, in seconda istanza, il mio tempo. La mente è dunque subito corsa ad un romanzo, in cui si parla di un film e in cui il tempo è sponsorizzato dalle aziende: Infinte Jest di David Foster Wallace. Questo il perché delle sponsorizzazioni:
Oltretutto il film genera anche una certa perplessità nel pubblico, anche perché è storicamente risaputo che l’avvento del Tempo Sponsorizzato è stato una risposta-ricavo di fronte ai costi esorbitanti della riconfigurazione degli Stati Uniti. (pag. 525)
Se non avete presente il romanzo, non posso riassumervelo in poche righe, visto che parliamo di più di 1000 pagine, ma ne abbiamo parlato altre volte e so che non farete fatica a trovare informazioni sul libro e sul suo autore. Come avete letto, gli anni sono stati venduti, questo il risultato:
Cronologia per anno del tempo sponsorizzato ™ a beneficio dell’aumento delle entrate dell’ONAN
  1. Anno del Whopper
  2. Anno dei Cerotti Medicati Tucks
  3. Anno della Saponetta Dove in Formato Prova
  4. Anno del Pollo Perdue Wonderchicken
  5. Anno della Lavastoviglie Silenziosa Maytag
  6. Anno dell'Upgrade per Motherboard-Per-Cartuccia-Visore-A-Risoluzione-Mimetica-Facile-Da-Installare Per Sistemi TP Infernatron/InterLace Per Casa, Ufficio, O Mobile Yushityu 2007 (sic)
  7. Anno dei Prodotti Caseari dal Cuore dell'America
  8. Anno del Pannolone per Adulti Depend
  9. Anno di Glad (pag. 266)
Non solo le grandi imprese hanno avuto la possibilità di dare il nome agli anni, ma anche di vestire la Statua della Libertà:
La gigantesca Signora di Liberty Island nel porto di New New York ha il sole come corona e sotto una delle sue braccia di ferro tiene una cosa che assomiglia a un immenso album di foto, e l’altra mano tiene sollevato in alto un prodotto. Il prodotto viene cambiato ogni primo gennaio da alcuni uomini coraggiosi con tanto di scarpe chiodate e di gru.  (pag. 441)
La mia opinione finale, dopo non averci dormito una notte è che a Woody deve essere successo quello che successo al René Ferretti mentre voleva girare il film sulla Casta: come il primo ha dovuto tramutare il film in “Natale con la Casta” per ragioni di produzione così il secondo ha partorito la sua peggior pellicola degli ultimi anni: un cine-spot-panettone-pasquale. Mercoledì esce The Avengers, speriamo bene. Buona settimana.

P.s. non fossi andato al cinema, vi avrei parlato di quello che è successo ieri pomeriggio al Marassi. Forse avrei citato sempre Infinite Jest, forse avrei proposto una versione degli Hunger Games in cui gli ultrà del Genoa sarebbero stati i tributi.
P.s. 2 se credete che il tempo non sia già abbastanza stuprato dall’economia, vi prego di leggere questo articolo: clic.

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